Inter, serve un cambio di rotta: preparazione atletica da ripensare per volare in primavera

Ogni stagione lo stesso copione: si parte forte, ma si finisce con il fiato corto.

Brillanti a inizio anno, scarichi sul finale

L’Inter ha mostrato negli ultimi anni un andamento ricorrente.

Partenze sprint, prestazioni solide da agosto a gennaio, poi un calo evidente quando il calendario si fa pesante.

In primavera le gambe rallentano, la lucidità scende e le prestazioni calano.

Nel momento decisivo, quello che conta, la squadra si spegne.

Un limite troppo evidente per non chiedersi se il problema sia anche nella programmazione atletica.

Più carico in inverno, meno in primavera

Forse la soluzione non è correre subito, ma costruire il motore nei mesi freddi.

Una preparazione che spinga sull’aspetto fisico da dicembre a febbraio potrebbe permettere alla squadra di essere più leggera, fresca e reattiva nel cuore della stagione.

Oggi invece si arriva a marzo già spremuti, col rischio di arrivare scarichi proprio nelle partite più importanti.

Serve un approccio più moderno, più intelligente.

I grandi obiettivi si decidono dopo marzo

Nel calcio di oggi, i trofei si alzano tra aprile e maggio.

È lì che si fa la differenza, è lì che servono gambe vere, ritmo, brillantezza.

Non basta essere dominanti nei gironi o nel girone d’andata.

Se vuoi vincere davvero, devi arrivare in fondo al massimo della condizione.

Un cambiamento nella preparazione atletica può essere il primo passo per fare lo scatto definitivo.

Analisi in breve

L’Inter ha bisogno di una stagione più equilibrata, non solo di una partenza lanciata.

Serve un’idea diversa di gestione del lavoro fisico.

Più fondo in inverno, più leggerezza e scatto in primavera.

È l’unico modo per competere davvero fino all’ultimo metro.

Perché non conta come inizi, ma come arrivi al traguardo.


💬 Stepk dice la sua

Non è accettabile che una squadra come l’Inter arrivi sempre scarica nei mesi che contano.

Il problema è chiaro: si spinge troppo prima e si finisce per arrivare bolliti a maggio.

Io dico: lavoriamo di più nei mesi morti, costruiamo la base quando il calendario lo consente.

E poi, da marzo in poi, bisogna volare.

Lo fanno le grandi d’Europa. E noi?

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