Inter, senza condizione non si costruisce nulla: servono gambe prima di tutto

Il calcio moderno si basa su ritmo, intensità e tenuta atletica: l’Inter oggi non ha nessuno di questi elementi.

Squadra lenta, spenta e prevedibile

Guardando l’Inter nelle ultime uscite, la sensazione è una sola: manca la benzina.
I giocatori faticano a scattare, a rientrare, a pressare con continuità.
I movimenti sono lenti, l’aggressività è quasi nulla e le transizioni sono assenti.

Nel calcio attuale, dove ogni secondo conta e ogni duello fisico può cambiare una gara, questo è un handicap enorme.
L’Inter non è solo in difficoltà tattica: è indietro sul piano atletico.

Senza energia nelle gambe, ogni strategia diventa inutile.

La preparazione fisica va rifondata

Cristian Chivu eredita una squadra che ha perso smalto.
Il primo passo non può che essere uno: ricostruire la condizione fisica.
Senza un lavoro atletico solido e ben strutturato, non c’è spazio per migliorare nulla.

Serve un programma mirato già durante il ritiro estivo.
La squadra deve tornare a correre, a resistere, a cambiare ritmo in ogni momento della gara.

Il calcio di oggi non perdona chi cammina.

Correre prima, giocare dopo

La mancanza di forma si riflette su tutto.
Ogni giocata rallenta.
Le coperture arrivano in ritardo.
La squadra non accompagna l’azione, resta lunga, spaccata.

In queste condizioni, ogni idea tecnica viene spenta dall’inerzia.
Ed è per questo che il problema principale non è il modulo, ma il motore.

Finché le gambe non torneranno leggere, l’Inter non potrà tornare competitiva davvero.

Analisi in breve

L’Inter ha bisogno di ritrovare intensità e ritmo.
La squadra appare fisicamente scarica, poco brillante e sempre in affanno.
La preparazione estiva sarà il punto di svolta.
Solo con un lavoro atletico serio si potrà pensare di ricostruire qualcosa di credibile.

💬 Stepk dice la sua:
Non ci prendiamo in giro: oggi l’Inter è ferma.
Se non riparti dalla corsa, da lì, da quelle gambe vuote che non spingono più, puoi anche scordarti ambizioni.
Il campo si domina col gioco, ma prima ancora con la resistenza e il ritmo.
Basta alibi, serve lavorare.
E tanto.

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