Dopo lo scudetto sfumato e un Mondiale per club iniziato in salita, il campanello d’allarme è ormai evidente
Personalità a centrocampo: il vero nodo
La sconfitta dello scudetto per un solo punto brucia ancora, ma ciò che fa più male è vedere un’Inter che sembra non aver imparato nulla da quel finale.
Il Mondiale per club è partito e già mostra vecchi difetti, mai risolti.
Il centrocampo, oggi, manca di identità.
C’è poca leadership, poca voglia di prendersi responsabilità vere.
I passaggi verticali ci sono, sì, ma diventano spesso inutili forzature che non trovano sbocchi.
La squadra si affida a meccanismi ormai prevedibili, perdendo ogni imprevedibilità.

Senza un uomo che detta i tempi con coraggio e che sappia rompere gli schemi, il pallone gira, ma non ferisce.
E le occasioni vere si contano sulle dita di una mano.
Gamba pesante, squadra lenta
Uno dei problemi più visibili è la condizione fisica.
L’Inter non ha più la brillantezza che l’ha portata a comandare per mesi.
Nel secondo tempo si spegne, non tiene il ritmo, non pressa più.
Gli avversari sembrano sempre più reattivi, più vivi, mentre i nerazzurri rallentano.
E il problema non è solo fisico: cala la testa, cala la fiducia.
Quando le gambe non vanno, anche le scelte diventano sbagliate.
Il primo segnale? L’Inter non riesce più a chiudere le partite.
Resta in bilico.
E spesso, paga.
Preparazione da ripensare
Dopo una stagione logorante e un’estate intensa, c’è da chiedersi se la preparazione sia stata costruita nel modo corretto.
Il rischio era noto: calo atletico proprio nel momento più importante.
Eppure, nessuna contromisura sembra aver funzionato.
Serve un lavoro specifico, mirato a ritrovare brillantezza.
Meglio rallentare ora, sistemare il motore, e ripartire con forze fresche, che trascinarsi tra crampi e confusione.
Il calendario è feroce, e chi non corre… resta indietro.
Analisi in breve
L’Inter sta pagando tutto insieme: la delusione del campionato, l’avvio complicato nel Mondiale per club, e una condizione fisica preoccupante.
La chiave è il centrocampo: più idee, più coraggio, meno frenesia.
E sul piano atletico, serve una scossa immediata.
Perché così, non si va lontano.
💬 Stepk dice la sua
Dopo il crollo nel finale dello scorso campionato, mi aspettavo rabbia e fame.
E invece vedo una squadra molle, che sbaglia passaggi, che cammina in campo.
I segnali erano chiari già a maggio, ma nessuno ha cambiato rotta.
Ora si rischia grosso, perché se non mettiamo muscoli e cervello nel centrocampo, il Mondiale per club finisce come lo scudetto: con gli altri a festeggiare. 🏆