Il cuore del gioco passa da lì, ma chi può davvero guidare l’Inter dalla cabina di regia? Tre profili diversi per un ruolo chiave nel progetto di Chivu.
Calhanoglu, qualità e controllo
Il presente parla ancora turco.
Calhanoglu è il punto fermo della manovra nerazzurra, un regista atipico ma straordinariamente efficace.
Ha trasformato il suo modo di giocare, adattandosi a un ruolo più centrale con intelligenza e continuità.
Sa tenere palla, far ripartire l’azione, cambiare lato e verticalizzare.
In più, è freddo nei momenti chiave e sa prendersi responsabilità nei finali caldi.
Ma a 30 anni, l’Inter deve anche guardare oltre.
Ederson, potenza e dinamismo
Chi cerca una svolta fisica e atletica pensa subito a Ederson.
Non è un regista puro, ma può diventare un perno centrale moderno.
Ottimo nella protezione della difesa, bravo negli inserimenti e nei duelli corpo a corpo.
Meno elegante palla al piede, ma compensato da energia e copertura.
In una mediana a due, accanto a un palleggiatore, potrebbe esplodere.
Ma da solo a dirigere la manovra? Al momento, sarebbe un adattamento forzato.
Rovella, il play in attesa
Rovella è il regista più naturale tra i tre, ma anche il meno pronto.
Gioca semplice, ha senso della posizione, vede il gioco.
Ma per guidare una squadra da vertice serve ben altro: ritmo, leadership e struttura mentale.
Oggi non ha ancora la caratura per reggere le pressioni nerazzurre.
Ha prospettiva, ma non sarebbe una prima scelta credibile nell’immediato.
Analisi in breve
Tra i tre, Calhanoglu è ancora il regista più affidabile.
Esperienza, tecnica e gestione del tempo lo rendono indispensabile.
Ederson ha un profilo interessante, ma diverso: è più mezzala da equilibrio che costruttore di gioco.
Rovella è quello che interpreta meglio il ruolo, ma non ha ancora il peso per sostenerlo a San Siro.
⚽ Il commento di Stepk
Ad oggi, non c’è discussione: si parte da Calha.
Se davvero si vuole cambiare, servono nomi da top club, non esperimenti.
Ederson? Gran giocatore, ma non regista.
Rovella? Da tenere d’occhio, ma non da mettere subito al centro.
A certe altezze, o sei pronto o fai danni.
E l’Inter non può permettersi passi falsi a centrocampo.