Inter, 82 minuti di nulla: il gioco è fermo da mesi e il problema è evidente

Troppo possesso, zero idee: così si spegne l’entusiasmo e si sciupa il potenziale

Una recita già vista

L’Inter ha giocato per 82 minuti con la stessa litania: destra, sinistra, di nuovo destra, poi il centro… ma sempre senza rischiare.

Il pallone gira, gli avversari respirano, il ritmo crolla.

Un possesso sterile, senza strappi, senza un solo dribbling, senza una giocata che accenda la partita.

Tutto scontato, tutto prevedibile, tutto terribilmente noioso.

Un copione ripetuto da mesi

Il vero problema è che non si tratta di un episodio.

Sono ormai cinque mesi che l’Inter propone lo stesso copione.

Un gioco orizzontale, di gestione, con zero guizzi e tanta prudenza.

Non c’è mai un’invenzione, mai uno spunto, mai una verticalizzazione improvvisa.

Sembra che l’unico obiettivo sia tenere palla, non segnare.

Manca chi accende la luce

Oggi in campo non c’è nessuno che salti l’uomo, che provochi qualcosa.

Tutti si limitano a passare al compagno più vicino, evitando ogni rischio.

Così, però, si diventa facili da leggere, facili da affrontare.

Non basta più “fare il compitino”.

Serve qualcuno che si prenda responsabilità, che rompa lo schema, che cambi ritmo.

Analisi in breve

Il problema dell’Inter è chiaro: si gioca senza coraggio.

Tutto troppo pulito, troppo ordinato, troppo inutile.

Senza dribbling, senza accelerazioni, senza un piano B.

E così l’avversario, anche se inferiore, prende fiducia e resiste.

Il gioco va rivoluzionato.

Pronostico: se l’Inter continuerà a proporre questo possesso prevedibile, rischierebbe di non vincere neppure le gare abbordabili. Servono novità tattiche e mentali.

💬 Stepk dice la sua

Non ne posso più.

Ogni partita è un déjà vu.

Tocchi infiniti, zero accelerazioni, zero voglia di cambiare passo.

Questa squadra sembra giocare per addormentare sé stessa.

Il calcio è ritmo, è emozione, è rottura degli schemi.

Se non cambia la musica, questa Inter rischia di non entusiasmare più nessuno.

E peggio ancora: rischia di non vincere nulla.

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