La metafora della spinta di Archimede, orgoglio siracusano, si adatta perfettamente alla sorprendente ascesa del Siracusa Calcio in Serie C. Non un sogno affidato al destino, ma un progetto solido basato su passione, organizzazione, ambizione e capacità manageriali. Ne parla il presidente Alessandro Ricci, con la voce ancora roca dai festeggiamenti e i capelli tinti di azzurro.
“Non era un sogno, ma un progetto”, ribadisce Ricci. “Il sogno lo culli, lo affidi al destino. Noi abbiamo lavorato per raggiungere l’obiettivo, è diverso”. L’ambizione non si ferma: “Ora vogliamo diventare campioni d’Italia della Serie D, battendo tutte le prime degli altri gironi. Io e il dg Guglielmino siamo ambiziosi. Ma lo dico ora: quando non sarò più un valore aggiunto, mi farò da parte”.
La Rinascita di una Piazza Sfortunata
Una storia di successo in una città che ha conosciuto l’amarezza di ben tre fallimenti negli ultimi 30 anni. La cavalcata verso la Serie C è iniziata con una sconfitta, ma da quel momento il Siracusa ha inanellato 31 partite con 65 gol fatti e soli 15 subiti. Ricci non ha investito solo denaro, ma anche idee innovative.
“È stata una cavalcata. La doppia vittoria con la Reggina, il gioco spumeggiante di mister Turati, il record di successi in casa. Primi da metà ottobre: non ci siamo mai voltati indietro, spinti da un pubblico eccezionale”, racconta il presidente.
Zenga e la Scintilla di un Progetto
Un elemento chiave di questa rinascita è stata la presenza di Walter Zenga come club manager. Ricci lo ha convinto dopo un incontro fortuito a una trasmissione televisiva. “L’ho voluto come club manager e ha avuto la sensibilità di accompagnarci senza mai entrare nella gestione tecnica. C’è stata una scintilla”, rivela Ricci, commosso dal ricordo delle lacrime di Zenga dopo la promozione. “Ha detto ‘non mi sono emozionato così neanche quando ho vinto lo scudetto'”.
Un Toscano in Sicilia: Passione e Visione
Ma cosa ci fa un imprenditore toscano delle energie rinnovabili in Sicilia? “Sono andato in vacanza a Siracusa e non me ne sono più andato. Sponsor, socio di minoranza e poi presidente”, spiega Ricci. Dal 2022-23, un percorso incredibile: “una promozione in D, un playoff vinto e un campionato dominato grazie a un incredibile lavoro di squadra”.
La scalata è ambiziosa: “Avevo promesso il professionismo entro il 2026”, e nonostante un mancato ripescaggio l’anno scorso (un caso “più unico che raro”), l’obiettivo è chiaro: “provare a raggiungere la B entro il prossimo quinquennio. Andiamo avanti un passo alla volta, con programmazione ed equilibrio”.

Le Sfide della Serie C e il Calcio al Sud
La Serie C, però, può essere un campo minato. Ricci auspica una riforma seria, evidenziando l’instabilità delle regole: “Come si può programmare un investimento senza la certezza delle regole? Non puoi arrivare a marzo e scoprire che se salta una squadra si falsa il campionato”.
Fare calcio al sud presenta difficoltà logistiche e infrastrutturali, oltre alla distanza dalle grandi realtà che potrebbero sostenere i club. Nonostante questo, il presidente non cambierebbe per nulla al mondo l’accoglienza di 10.000 persone in festa: “Quando siamo arrivati c’erano 200 persone allo stadio. Abbiamo restituito a Siracusa la sua squadra e l’orgoglio di tifarla”.
Progetti Futuri e un Riconoscimento Speciale
Il Siracusa Calcio guarda al futuro con ambizione: una squadra femminile già attiva, il progetto di un vivaio d’eccellenza e l’obiettivo di un grandissimo centro sportivo per l’academy, prendendo a modello l’Atalanta, e l’allestimento di un settore scouting qualificato.
Mister Turati, definito un “genio”, resta saldamente al timone: “Gli ho detto ‘facci divertire’ ed è stato uno show. Mica me lo faccio scappare. E la squadra sarà certamente attrezzata per la categoria”, promette Ricci ai tifosi.
L’impatto di Ricci sulla città è tale che si parla di conferirgli la cittadinanza onoraria. La motivazione recita: “Non è stato soltanto protagonista di una promozione sportiva, ma di un sentimento collettivo che ha riacceso il fuoco della passione calcistica tra le generazioni”.
Come si sente il presidente dopo tutto questo? “Ho i capelli colorati, la sinusite, il mal di testa e il raffreddore. Ma è la febbre più piacevole della mia vita”.
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