La Torres ha sciolto il nodo cruciale in vista della stagione 2025/2026 di Serie C, scegliendo Michele Pazienza come guida tecnica per il suo nuovo ciclo. Nato a San Severo (Foggia) nel 1982, Pazienza vanta un passato di rilievo come centrocampista in Serie A, ma le sue qualità vanno ben oltre i dati anagrafici.
Cultura del lavoro, idee di calcio chiare ma flessibili, ambizione, riflessione, coraggio e determinazione sono solo alcune delle caratteristiche del nuovo allenatore rossoblù, che ha scelto Sassari per rilanciare sia la sua carriera che il progetto del club. Andiamo a scoprire il percorso di Michele Pazienza, sia in campo che in panchina, e le peculiarità del suo gioco.
La Carriera da Calciatore: Dal Foggia alla Serie A
La storia calcistica di Pazienza è un esempio di dedizione e costante miglioramento. Cresciuto nelle giovanili della sua San Severo, ha debuttato tra i professionisti a soli diciassette anni con il Foggia (Serie C2) nella stagione 1999/2000. Dopo quattro stagioni con i rossoneri, ha trionfato nel campionato 2003, diventando il giocatore con più presenze sotto la guida di Pasquale Marino, al fianco di talenti come De Zerbi e Renato Greco.
Le sue prestazioni non passano inosservate: l’Udinese lo porta in Friuli, dove esordisce in Serie A e in Coppa UEFA con Luciano Spalletti. Nonostante la qualità della rosa (Pizarro, Iaquinta, Di Natale), Pazienza si ritaglia spazi importanti. A ventitré anni, la sua serietà e il suo impegno sono già evidenti, tanto da conquistare anche Cesare Prandelli alla Fiorentina (2005), dove si conferma pedina preziosa a centrocampo, al servizio di giocatori del calibro di Fiore, Toni e Mutu. Un grave infortunio al legamento crociato chiude però l’esperienza viola.
La rinascita arriva a gennaio 2008 al Napoli, neopromosso in Serie A. Sotto la guida di Edy Reja e poi di Walter Mazzarri (dal 2009), Pazienza diventa un perno della mediana partenopea, fondamentale alle spalle di Hamsik, Lavezzi e Cavani. Con Mazzarri, realizza 3 dei suoi 6 gol in Serie A (contro Cagliari, Inter e Atalanta).
Nella prima parte della stagione 2011/2012, Pazienza ritrova Antonio Conte alla Juventus, prima di tornare a gennaio all’Udinese di Guidolin, contribuendo alla qualificazione ai preliminari di Champions League. La sua avventura in Serie A si conclude nel 2014, dopo un biennio positivo al Bologna di Pioli, dove segna ancora in Sardegna contro il Cagliari, sua “vittima” preferita insieme al Lecce.
Dopo brevi esperienze tra Vicenza (Serie B) e Reggiana (Serie C) nella stagione 2015/2016, Pazienza torna alle origini nel 2016, firmando per il Manfredonia in Serie D, dove conclude la sua carriera da calciatore con 270 presenze e 6 reti in Serie A, oltre a 19 presenze tra Coppa UEFA ed Europa League, con l’emozione di aver giocato ad Anfield.
La Carriera da Allenatore: Dalle Giovanili al Rilancio a Cerignola
Appese le scarpe al chiodo, Pazienza intraprende la carriera in panchina, iniziando la “gavetta” con le giovanili del Pisa nell’estate del 2017. Il destino lo porta subito a guidare la prima squadra nerazzurra in Serie C, subentrando a Gautieri nell’ottobre 2017. Il suo esordio è vincente e inanella otto risultati utili consecutivi. L’avventura a Pisa si conclude con un esonero nel marzo 2018, ma il bilancio è positivo: 9 vittorie (tra cui quelle contro Olbia e Arzachena), 9 pareggi e 4 sconfitte.
Il suo Pisa mostra caratteristiche simili al Pazienza giocatore: grinta, attenzione difensiva e buona organizzazione offensiva, con costante spinta dei terzini. Il modulo base è il 4-4-2, ma Pazienza dimostra fin da subito di non essere uno schematico, variando tra 4-3-3 e 4-2-3-1 anche a gara in corso. La sua idea di gioco prevede la costruzione dal basso, con i difensori centrali come primi registi e una disposizione asimmetrica della squadra. In fase di non possesso, il pressing immediato è la chiave, seppur con il rischio di lasciare spazi in caso di superamento.
Dopo una breve e sfortunata parentesi al Siracusa (Serie C) nel 2018, Pazienza, con intelligenza, decide di migliorare, ottenendo nel 2019 a Coverciano la qualifica da allenatore “UEFA Pro”, massimo livello riconosciuto in Europa. Tra i suoi compagni di corso, nomi come Enzo Maresca (oggi al Chelsea) e Paolo Zanetti.
La vera svolta arriva nel 2020 con l’Audace Cerignola in Serie D. Nonostante un avvio difficile, la società pugliese ripone fiducia nel tecnico, che la ripaga con una rimonta esaltante, culminata con il settimo posto e il migliore attacco del campionato (62 gol). La stagione 2021/2022 è trionfale: con risorse limitate, Pazienza e i suoi ragazzi dominano il girone, ottenendo 88 punti, sole 2 sconfitte, 83 gol fatti e 27 subiti (entrambi record del campionato), riportando il Cerignola in Serie C dopo 85 anni.

Il sodalizio prosegue anche tra i professionisti, con l’Audace che chiude la Serie C in una sorprendente quinta posizione, eliminando Monopoli e Juve Stabia nei playoff e arrendendosi solo al Foggia. Pazienza chiude la sua esperienza a Cerignola con un pizzico di rammarico, ma con grande orgoglio per i risultati storici e il calcio espresso.
A Cerignola, Pazienza affina la sua idea di calcio, passando da un 4-3-3 a un 3-5-2 come modulo di base, ma sempre pronto a virare sulla difesa a quattro in caso di necessità. La sua interpretazione del 3-5-2 non è quella tradizionale: si ispira a Conte e Mazzarri ma propone una costruzione dal basso, gioco sulle fasce con dialoghi fluidi tra esterno, mezzala e attaccante, e mobilità degli attaccanti per creare spazi. In fase di possesso palla, le sue squadre portano molti giocatori in avanti, e in caso di difesa a quattro, i terzini sono fondamentali nel supportare la manovra con frequenti inserimenti.
Michele Pazienza ha sempre sostenuto che le sue squadre devono rispecchiare il suo carattere: determinazione e lavoro, con corsa e pressing. Ma le sue formazioni non sono solo “operaie”: le statistiche offensive del Cerignola parlano chiaro, con 227 gol fatti in 123 gare. Inoltre, a Cerignola, Pazienza ha dimostrato grandi capacità nel valorizzare i giovani (Dorval, Achik, De Cristofaro, Luca Russo) e nel far rendere al meglio giocatori più maturi, come il suo ex compagno Malcore, autore di 62 gol sotto la sua guida.
Dall’Avellino alla Torres: Un Nuovo Capitolo
Nell’estate del 2023, Pazienza e il Cerignola si separano. A settembre 2023, subentra a Rastelli sulla panchina dell’Avellino, che porta dal fondo della classifica al secondo posto, con il migliore attacco. Si arrende solo in semifinale playoff contro il Vicenza. Anche in Campania propone il suo 3-5-2 basato su attenzione difensiva, gioco sulle fasce, pressing alto e inserimenti.
Cesare Prandelli, suo ex allenatore, lo ha elogiato: “Michele ha sempre parlato poco ma fatto grandi passi, è un suo modo di porsi ma è una garanzia di serietà, una cosa importante. Sicuramente avrà da allenatore tutto quello che gli è dovuto, pochi sono stati seri, tenaci, determinati e di grande personalità come lui”. Una testimonianza della sua silente determinazione: mai una parola fuori posto, ma intransigenza sull’impegno.
La stagione 2024/2025 lo vede iniziare ancora ad Avellino, ma dopo cinque turni senza vittoria e alcune difficoltà di gestione nello spogliatoio, viene esonerato. A febbraio 2025, un’altra breve parentesi senza successi al Benevento.
Si conclude così una stagione negativa, ma il resto è storia recente: la volontà di Pazienza di rilanciarsi con il progetto giusto si incrocia con quella della Torres, alla ricerca di un tecnico capace di aprire un nuovo ciclo dopo la delusione playoff. La carriera in panchina del tecnico pugliese, specialmente l’esperienza a Cerignola, ha dimostrato che con tempo e fiducia i risultati e la crescita dei giocatori sono una conseguenza.
Un ottimo passato da calciatore, in spogliatoi importanti dove ha potuto studiare la gestione tecnica e umana di allenatori come Marino, Spalletti, Prandelli, Mazzarri, Conte, Guidolin e Pioli, unito alle esperienze da tecnico in piazze calde come Pisa e Avellino, completano il bagaglio di un allenatore che arriva in rossoblù con ottime credenziali e ampi margini di miglioramento.
In veste di tecnico, Pazienza ha mostrato idee, serietà, cultura del lavoro e ambizione. Le stesse qualità che spera di riproporre al meglio anche a Sassari, in un’esperienza che si preannuncia intrigante ma impegnativa, con una squadra che dopo quattro anni dovrà adattarsi a metodi e concetti differenti. Ci vuole Pazienza, in tutti i sensi.