Sarri chiude all’Arabia: “Zero stimoli. Se i campioni vanno lì, io resto con chi ho qui”

L’allenatore della Lazio non cambia filosofia: “Non alleno per soldi, ma per passione”

Nessuna tentazione mediorientale

Maurizio Sarri respinge senza mezzi termini l’idea di un futuro in Arabia Saudita.
Intervistato sul tema, il tecnico della Lazio ha lasciato intendere chiaramente che quel tipo di proposta non lo affascina minimamente.
“Non è qualcosa che mi interessa. Ho sempre fatto questo mestiere per entusiasmo e amore del gioco, non ho alcuna intenzione di iniziare ora a farlo per motivi economici”, ha detto con la sua solita franchezza.

Alla domanda su cosa avrebbe fatto al posto di Spalletti, accostato a un’offerta milionaria da parte dell’Al Nassr, Sarri ha risposto diretto:
“Farei la stessa cosa che ho fatto io. Non ci andrei”.

Il calcio, quello vero, è un’altra cosa

Sarri non mette solo in discussione il lato economico, ma anche quello emotivo:
“L’idea di allenare là non mi dà alcuna scossa. Non provo nulla pensando a quel contesto e per me il calcio ha bisogno di passione, di motivazioni autentiche”.

E anche se molti grandi nomi stanno accettando le offerte arabe, l’allenatore biancoceleste non cambia linea:
“Se loro portano i campioni laggiù, io continuo a lavorare con quelli che ho a disposizione qui”.

Analisi in breve

Le dichiarazioni di Sarri confermano il suo legame con un’idea di calcio più romantica e meno condizionata dagli aspetti finanziari.
In un panorama sempre più dominato da proposte indecenti, lui resta ancorato a una visione più vera, più ruvida, ma coerente.

Il calcio per Sarri non è una questione di lusso, ma di stimoli, emozioni e campo.
Che piaccia o no, è una posizione rara, forse impopolare, ma tremendamente autentica.

🗣️ La voce di Stepk

Sarri sarà anche spigoloso, ma non si può dire che non abbia una sua identità.
In un’epoca in cui si parte per l’Arabia al primo assegno pesante, lui dice no e lo dice forte.
Ha i suoi limiti, ma almeno non svende il suo modo di vivere il calcio.

E poi diciamocelo: uno come lui, con la sigaretta in panchina e le idee fisse in testa, forse non sarebbe mai stato compatibile con quel mondo lì.
Meglio qui, anche con “gli scarsi”.

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